CHI SIAMO

FERRARA CIVICA è una libera associazione politico-culturale di cittadini. È un movimento civico attivo come un partito politico. Propone idee, individua soluzioni e progetti sia per indirizzare e collaborare con il governo del bene comune sia per rappresentarle nelle sedi istituzionali con gli strumenti, istituti e valori previsti dalla Costituzione Italiana: non ideologie -di centro, di sinistra o di destra - ma positivi valori umani, culturali, costituzionali.
Se riceveremo fiducia, faremo il nostro dovere, diversamente faremo politica da semplici cittadini, proseguendo le professioni che abbiamo, continuando a batterci per queste idee, con le persone che ci hanno dato fiducia.

Cosa vogliamo fare

FERRARA CIVICA vuole realizzare un proficuo e adeguato scambio di opinioni; un rispettoso confronto democratico diretto, fuori da schemi, legami associativi, consociativi e dei partiti, limitando, su società e cittadini, gli effetti, spesso, negativi della mediazione rappresentativa di lucrosi interessi particolari e lobby di negative rendite di posizione. FERRARA CIVICA vuole riconsegnare titolarità ai cittadini del ruolo d’indirizzo del governo, normalmente attribuito a pochi depositari di una democrazia guidata; riconosce che il centro della società è solo la società stessa come somma di persone e che l’economia -sintesi del complesso delle attività umane- è diretta dalla Cultura, per cui, si parla di promuovere una cultura politica economica: l’economia è sempre diretta dalla Cultura, da una visione del mondo.

Economia Civile

L’economia non esiste se non come frutto immerso nella società civile; che va rispettata, curata, protetta, non violentata. I “sacrifici” sociali non fanno “uscire dalle crisi”. Le liberalizzazioni non sono la soluzione per aumentare la crescita ma per amplificare le diseguaglianze. Lo spread non cala se siamo “responsabili” e applichiamo ricette di austerità. È vero il contrario, i sacrifici deprimono la domanda peggiorando le cose. Favorire nella nostra società un laissez-faire liberista, spesso senza alcun contrappeso, o con contrappesi “distratti” se non complici, ha sguarnito la politica, le istituzioni sociali e la teoria economica degli strumenti per comprendere e gestire i cicli economici e le crisi -come quella ormai “radicata” del sistema bancario nazionale e mondiale- producendo ineguaglianze e ingiustizie sempre più gravi che sono tra le cause della cronica angosciosa recessione di questi anni. È vera, invece, la responsabile e onesta cura del bene comune. Il funzionamento perverso del sistema di sviluppo economico tutela gli interessi di pochi gruppi industrial - finanziari che hanno mezzi e poteri e mescolano abilmente tali interessi -particolari- con quelli -generali- e di tutti gli altri. La conseguenza è evidente: complice interessata l’enfasi emotiva, ridondante, incombente ed angosciante del sistema dei media, partecipiamo con sempre maggiori preoccupazioni la tenuta delle borse, del sistema finanziario, dell’accumulo di capitali, della deregolamentazione dei mercati, della globalizzazione, come se fossero realmente un nostro problema quotidiano: un iceberg insormontabile contro cui si scontra l’impotenza di cittadini e amministratori pubblici e privati. In realtà, quello che serve alle persone reali è l’economia reale, che necessariamente è fatta di radici, territorio, condivisone, partecipazione, crescita culturale, vita quotidiana e rispetto per il prossimo.

Nuovo patto sociale - nuova finanza sociale

Per far ripartire lo stato sociale è necessario, quindi, il “Ri-Nascimento” di quel “Patto Sociale”, svilito dagli anni ’90 dello scorso secolo, per riscoprire la capacità anche di governo di una comunità, con senso estetico, bellezza, onestà, serietà. Questo processo culturale deve mettere al centro doveri e diritti della persona, della famiglia e dei riuniti sociali; restituire dignità, valore sociale ed economico al lavoro ed alla giusta retribuzione della persona; restituire centralità agli attori formativi della scuola che sia rispettato luogo di cultura, istruzione, cittadinanza, senza delega in bianco di smarriti genitori. Lavorare per una sanità e un’assistenza che accompagni nella malattia rispettando il valore della vita umana rimuovendo la sua cinica visione come “costo sociale” o soggetto di “basso profitto” economico. Far ripartire lo stato sociale con fisco e credito equi che rendano le famiglie -schiave di una “usura e speculazione istituzionale”- nuovamente capaci di pensare al futuro in modo progettuale sereno e positivo. Per difendere l’economia locale bloccando il numero di concessioni all’apertura di grandi supermercati; aiutando e sostenendo le piccole realtà come i negozi a conduzione familiare e cooperativa, promuovendo in primis i prodotti locali attraverso mercati permanenti dei produttori, anche con servizi sociali di consegna a domicilio e nei luoghi di lavoro. In questo quadro di politica di responsabilizzazione la preferenza della Finanza Mutualistica è rivolta alle garanzie personali e di gruppo, rispetto a quelle patrimoniali, come anche che la concessione dei finanziamenti si deve basare su una paritetica istruttoria oltre che economica, anche socio-ambientale, con pari valore all'interno del procedimento del finanziamento. Ferrara Civica sostiene, quindi, la diffusione e nascita a Ferrara della Finanza Mutualistica perché concepisce il credito come un diritto puntando a ristabilire la giustizia sociale attraverso un’economia delle uguali e pari opportunità di crescita ed espressione contrastando le forme di usura e le politiche commerciali di induzione al sovra indebitamento.

Il comune che pensiamo

Il Comune quale forma primaria di manifestazione di un “Patto Sociale” tra persone e soggetti sociali deve creare le condizioni per una ridistribuzione delle ricchezze e per consentire l’accesso al credito alle persone in difficoltà o escluse dal sistema tradizionale promuovendo una cultura della reciproca responsabilità. Un’amministrazione che guida una comunità ha dei chiari doveri, locali, di gestione della vita quotidiana della comunità alla quale ha espresso il desiderio di servire. Un Sindaco deve tenere pulite le strade, curare la manutenzione delle scuole e dei parchi pubblici, assicurare il corretto funzionamento dei trasporti, delle attività commerciali della sua città, stimolare e cercare risorse per i suoi cittadini, ma, deve anche impegnarsi perché la sua città viva con informata responsabilità il contesto nazionale e, in questo momento, anche quello internazionale o sovranazionale. Capire cosa impedisce il corretto e giusto funzionamento dell’erogazione dei servizi ai suoi cittadini, come poter agire, partendo dal locale, fino alle autorità nazionali. Capire e sviluppare a livello locale la consapevolezza che occuparsi solo dell’ordinaria amministrazione, della singola cabina della nave, non aiuterà le persone a salvarsi dall’iceberg incombente.

Oltre la quotidianità

L’obiettivo di FERRARA CIVICA è quello di sviluppare un’attività permanente di studio, lavoro, coordinamento e sviluppo verso l’esterno. Un laboratorio cittadino che faccia di Ferrara una piazza aperta sul dialogo e sul confronto, un rinascimento del pensiero in cui si possano esprimere sociologi, antropologi, economisti, artisti, poeti e futuristi e riprendere fecondi filoni di pensiero nazionali e internazionali che ne decenni hanno testimoniato soluzioni reali e concreti esempi per darne proporzionata opportunità e concreta applicazione a partire proprio dalla comunità locale. Bisogna sì curare la gestione immediata della città e affrontare le sue criticità, ma, contestualmente, calare la stessa in un contesto universale, operando su livelli contigui e paralleli, comprendendo l’importanza di tali scelte e assicurando alla cittadinanza la giusta e corretta informazione su fatti, norme e scelte.

Nuove sfide

Ferrara dovrà farsi promotrice di eventi nazionali non come fatto sporadico, bensì come programma di governo della città e deve avere un suo progetto di riforma monetaria che spieghi coscientemente tutte le implicazioni dell’accettazione di questo totalitarismo economico, ovvero, il controllo di tutte le attività umane attraverso la strumentalizzazione della moneta e del suo ciclo vitale e le conseguenti implicazioni sul lavoro, le società umane, lo sfruttamento dei popoli, la creazione del debito, la perdita globale della dignità di essere umano. Ferrara, quindi, come catalizzatore europeo e centro d’idee, proposte, informazione, cultura, eventi che -oltre a dare respiro a servizi e turismo- crei relazioni per lo sviluppo dell’economia locale con un aumento del potere di spesa con strumenti quali economia solidale, moneta complementare, baratto amministrativo. Coordinarsi con esperienze in atto e funzionanti come gli scambi tra aziende, vedi Sardex (Sardegna) o Liberex (Emilia Romagna, riconosciuta con legge della Regione Emilia-Romagna) e inserirsi con maggior efficacia nei Tavoli Regionali per l’economia solidale nati in seguito alla Legge Regionale del 2016. Ad esempio, il modello di moneta complementare di Bristol, pur diversa, è altrettanto interessante: la moneta nazionale è cambiata in un ufficio del Comune con il Bristol Pound, una moneta che può essere spesa solo in città e, quindi, ci si assicura che quei soldi vengano spesi nelle attività economiche locali.

“Dobbiamo inventare una nuova saggezza per una nuova epoca.
Nel frattempo, se vogliamo veramente fare qualcosa di buono, dobbiamo apparire eterodossi, importuni, pericolosi, ribelli nei confronti di chi ci ha preceduto.”
John Maynard Keynes

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