ABCDEF: AGROALIMENTARE - BUSINESS - COMMERCIO - DISTRIBUZIONE - EXPORT … LAVORO

LO STATO ITALIANO SIA INNOVATORE

L'impresa privata è considerata da tutti una forza innovativa, mentre lo Stato è bollato come una forza inerziale, troppo grosso e pesante per fungere da motore dinamico. Non è così: è lo Stato, nelle economie più avanzate, a farsi carico del rischio d'investimento iniziale all'origine delle nuove tecnologie; come accade, ad esempio, negli USA dove (ahinoi sul piano morale), da sempre sono le spese militari che generano, poi, nella società le tecnologie più innovative, come, ad esempio l'introduzione di Internet.

È lo Stato che finanzia la ricerca per produrre tecnologie rivoluzionarie, audaci, innovative; è lo Stato che adotta politiche per stimolare lo sviluppo di settori emergenti e fondamentali per il miglioramento della qualità della vita globale emergenti come la green economy, le telecomunicazioni, le nanotecnologie, la farmaceutica innovativa; certo i privati investono in settori in espansione, servono, poi, politiche pubbliche di stimolo per questa "espansione" dei mercati. È lo Stato che, con fondi decentrati, finanzia lo sviluppo di nuovi prodotti fino alla commercializzazione consentendo la diffusione e accesso generalizzato a tecnologie rivoluzionarie come internet, touch screen e Gps.

È lo Stato che finanzia la rivoluzione verde delle energie alternative. Ma se lo Stato è il maggior innovatore, perché allora tutti i profitti provenienti da un rischio collettivo finiscono ai privati? Riflettiamoci.

UE & ITALIA. C'è l'Italia, quindi, e c'è l'Europa che il 26 Maggio 2019 andando al voto, probabilmente, si sveglierà con una geografia parlamentare diversa dall'attuale che influirà sul successivo disegno delle sue istituzioni.

La sfida di un'Europa innovativa è immutata, anche se, forse, sarà diversa. La Commissione ha, infatti, pubblicato nel 2018 la proposta per Horizon Europe, un ambizioso programma di ricerca e innovazione da 100 miliardi di euro che succederà a Horizon 2020.

La proposta è parte del bilancio a lungo termine UE, quadro finanziario pluriennale (QFP).

Il Commissario europeo per la ricerca e l'innovazione, Carlos Moedas, ha nominato l'economista italiana Mariana Mazzucato special advisor per le "Mission Driven Science and Innovation".

"Il problema particolare italiano -scrive Mazzucato - va inserito nel contesto generale comunitario. Nei prossimi tempi bisognerà definire le aree di intervento in cui l'Unione europea vuole essere competitiva, non disperdendo risorse ma concentrandole e costruendo iniziative ben focalizzate. Queste devono essere non settoriali, facilmente captured, ma devono riguardare problemi sociali e tecnologici come la crescita verde, che richiedono investimenti attraverso settori multipli. Lo Stato italiano avrà un beneficio dallo sviluppo di una dialettica coerente con il contesto comunitario e con le sue priorità. Ma, certo, bisogna prima di tutto ripartire da una idea precisa di quello che, come sistema-Paese, si vuole fare e da come lo si vuole fare".

FERRARA INNOVATIVA CON HORIZON EUROPE 2021-2027

Horizon Europe è il prossimo Programma Quadro Europeo per la Ricerca e l'Innovazione per il periodo 2021-2027 che con un budget di circa 100 miliardi di euro sarà il più ambizioso programma di ricerca e innovazione di sempre per sostenere l'eccellenza scientifica in Europa con un nuovo approccio basato sulle mission , in modo da raggiungere risultati sempre migliori da un punto di vista sociale, politico ed economico.

Questo è l'ineluttabile destino di Ferrara , se vorrà risollevarsi: quello di confrontarsi -preparata e da pari a pari- su un piano tutto politico con gli scenari che il Paese ci auguriamo sia capace di delineare per i prossimi anni; parafrasando Mazzucato: Ferrara deve "prima di tutto ripartire da una idea precisa di quello che, come sistema-Ferrara, vuole essere, fare e come lo vuole fare".

IMPORTARE IMPRESE

Ferrara doveva essere una Zona Economica Speciale: percorso miseramente fallito , tattico, solo per allentare la pressione sulla crisi sociale legata alla risoluzione della Carife S.p.a. Successivamente si annunziò la virata sul -forse- più abbordabile sistema d'intervento per le Aree di Crisi Industriale Complessa senza però segni concreti.

L'Agenzia nazionale preposta all'attrazione degli investimenti e sviluppo d'impresa Invitalia SpA nel Nord Italia ha realizzato progetti di riqualificazione delle aree industrial-portuali di Savona, Trieste e Venezia. Ferrara non risulta esserci mentre il resto del mondo intorno si muove .

Non è un percorso facile, ma, è obbligato se si vuole costruire con l'Agenzia nazionale un progetto che definisca, però, un "nuovo modello di sviluppo" e non il consueto "adattamento e riverniciatura" di vecchie e superate politiche imprendital-sindacali incentrate su incenerimento rifiuti e vecchia chimica.

Se l'Agenzia Invitalia è effettivamente, "il riferimento per le imprese estere che vogliono avviare o espandere un'attività nel nostro Paese" è a questo ambito che Ferrara deve puntare con priorità. Questo, anche solo per tentare d'imitare quell'antica capacità attrattiva che era degli Estensi quando seppero intelligentemente intercettare e accogliere gli Ebrei Sefarditi espulsi dalla Spagna arricchendo la città di una formidabile classe mercantile con relazioni in tutta Europa.

Stupisce, quindi, l'incapacità della politica industriale "locale" d'inserirsi -ad esempio e vista la peculiarità del nostro Petrolchimico- nel progetto curato, dal Luglio 2015, dall'Agenzia di ricerca di partnership per il Gruppo coreano LG CHEM che vuole inserire l'Italia tra i paesi target per l'avvio di partnership tecnologiche.

IL PETROLCHIMICO

Nel 2011, Novamont e Versalis, presenti con partecipate o filiali anche a Ferrara, hanno dato il via al "Progetto Matrica": sono stati stanziati 400 milioni euro per attivare al petrolchimico di Porto Torres una produzione di plastiche di derivazione vegetale. Un Progetto che oggi segna il passo ed è in difficoltà . Perché, quindi, non anche a Ferrara?

Se gli studi di business indicano una non praticabilità, servono soluzioni alternative, anche se una recente operazione indipendente di Novamont indica che sono iniziative fattibili .

Un'alternativa, comunque, potrebbe essere, come sopra indicato, l'introduzione della coltivazione della canapa per produrre materie plastiche di origine vegetale di concerto con università, imprenditoria, lavoratori, associazioni professionali e di categoria. Si potrebbe avviare una vera e propria "progettazione economico-sociale" e un innovativo studio di sostenibilità-progetto di anche con il ricorso accedendo a fondi europei dedicati.

La conferma della praticabilità del percorso viene proprio dalla recente operazione di Benvic Europe proprio sulla Vinyloop del Petrolchimico di Ferrara. Benvic Europe ha prima acquisito l'innovativa start-up di Treviso Plantura Italia che si dedica interamente alla produzione e allo sviluppo di biopolimeri derivanti da fonti rinnovabili, con "mission" aziendale produrre polimeri ad alte performance che soddisfino le richieste del mercato, combinando applicazioni e tecnologie delle materie plastiche tradizionali, con la riduzione delle emissioni di CO2. Tra i suoi prodotti ci sono anche polimeri rinforzati con fibre naturali come cellulosa, canapa e fibre di legno impiegati anche nei trainanti settori biomedicale e automotive.

A ruota, Benvic Europe integrerà quest'attività specifica nella Vinyloop, acquisita dopo le difficoltà del mercato del Pvc riciclato sul quale l'azienda del polo chimico ferrarese aveva puntato tutte le sue carte rioccupando gli addetti in cassa integrazione.

Unico rammarico di questa -si spera- brillante operazione è che -con buona pace della visionaria missione del compianto Raoul Gardini e della sua progettata "chimica verde italiana"- sia tutta a trazione straniera, ovvero, francese, con cessione del valore aggiunto del know-how, innovazione e conoscenza italiana; si sa, siam sempre al "Franza o Spagna, purché se magna" .

CLASSE DIRIGENTE… VÒ CERCANDO

Ferrara vive una profonda crisi di adeguatezza, preparazione e ricambio della classe dirigente.

Questo per molti settori: per il settore bancario, per quello assicurativo, distributivo, per le 'multiutility', per la sanità, ecc … Una crisi che è anche di "provenienza" della stessa "classe dirigente" espressa al governo di tali ambiti; questo perché Ferrara è, da tempo ormai diventata, di volta in volta:

-palestra formativa di neo promossi dirigenti esterni (come se Ferrara fosse endemicamente incapace di esprimere una tale dirigenza … e forse ne è incapace effettivamente);
- "bancomat" finanziario e patrimoniale (vedi vicenda Carife-Bper);
- cassa di espansione dei vincolanti e prioritari interessi dell'unico vero asse di potere regionale, quello che corre sulla direttrice Bologna-Modena, cui si aggiungono gli "effetto mulinello" del potere attrattivo
- della Romagna-Ravenna
- e del vicino Veneto.

La situazione è triste, considerato che sono in crisi perfino le "multiutility", a tariffe di servizi che debbono legislativamente e prioritariamente coprire i costi di gestione delle aziende, oggi gestite o partecipate in prevalenza dai comuni; come nel caso di CLARA -multiutility per la raccolta rifiuti nata dalla fusione tra AREA di Copparo e CMV di Cento- col rischio di licenziare circa 100 persone !

DIMENSIONE AZIENDALE E PRESSIONE FISCALE

Dopo che per anni in Italia, con riferimento allo stato della nostra economia, si è indicato nel superamento della piccola "dimensione d'impresa" la condizione imprescindibile per poter competere nell'era della globalizzazione, ora, la parola d'ordine sembra improvvisamente cambiata -vedi il "Manifesto" della P.M.I. di cui si è reso promotore il Sole 24 Ore a Luglio 2018- con la riscoperta e il rilancio di queste entità produttive : l'impresa può anche restare piccola, in quanto espressione di vitalità e facilità di adeguamento ai mutamenti in atto, ma, attenzione, purché "faccia sistema" e soprattutto punti su "ricerca e innovazione".

Dal Parlamento al Governo, fino, appunto, alle Università e Camere di Commercio, ormai le nuove parole magiche sono: "ricerca e innovazione". Tutto il resto, poi, evidentemente, dovrebbe venire da sé, per effetto conseguente: ma non è sempre così, perché sono troppi i fattori in campo. L'obiettivo che ci si pone è quello di alleggerire la "pressione fiscale" sulle attività locali e semplificarne il percorso amministrativo-burocratico, affinché il recupero di questi mancati introiti venga successivamente recuperato dall'incremento economico delle attività stesse, non dalla loro penalizzazione.

- Incentivare il ripopolamento di piccole e medie strutture distributive sul territorio con l'abbattimento dei costi di affitto dei locali e sostegno a progetti di commercializzazione delle produzioni locali.
- Agevolazioni sulla tassazione locale per i proprietari ed esenzione decennale (dopo verifica e quantificazione dell'onere) della tassazione su 'pubblicità' delle insegne la cui dimensione superi quella esentata per legge (4 mq.).
- Esenzione -regolata- della tassa di occupazione di suolo pubblico.
- Riconvertire, come avviene da qualche decennio in altri Paesi ove si è rinunciato ad una presenza massiccia di 'iper-distribuzione' (USA - Francia - Germania- G.B. ed altri) spazi che dovessero essere dismessi ed attualmente occupati da "centri commerciali" e "ipermercati" per ricreare vivibilità urbana per l'intero arco delle 24 ore giornaliere.

FERRARA: LA CITTÀ DEI CONSESSI

Il Comune deve avviare una politica di sviluppo economico e urbana orientata a fare diventare Ferrara una città con una precisa identità -riconosciuta, vocata e professionale- per ospitare eventi, congressi, convegni, meeting, festival e open sessioni di livello nazionale ed europeo.

Questo, non solo in una logica di un Comune soggetto terzo, ovvero di "fornitore di accoglienza e di servizi", ma soprattutto in una logica di soggetto propositore di eventi nuovi, in linea sia con la sua tradizione e capacità sedimentata nei decenni, sia di recupero di manifestazioni purtroppo frettolosamente eliminate da una poco intelligente avversione politica.

S'inseriscono, in questa prospettiva, corrette azioni politiche di sostegno per il miglioramento e la valorizzazione di eventi ormai identità della città come Buskers Festival e Festival di Internazionale, ma anche l'attualizzazione di eventi unici -vere sirene del posizionamento- come quello offerto a Ferrara dal convegno letterario internazionale, "L'immaginario contemporaneo " che data 1999 !!!

ALCUNI SETTORI

AGRICOLTURA

Analizzata la composizione del PIL provinciale, questo è un tema importante, la diffusione delle nostre eccellenze agroalimentari in un territorio unico sotto il profilo ambientale dovrebbe essere nei programmi di chiunque con l'intento che tutti collaborino per raggiungere un unico obiettivo. Coniugare 'produzione' e 'commercializzazione -intesa come "distribuzione"- facendo sposare due categorie che si sono sempre contrastate, facendosi 'danni' entrambe: agricoltori e sistema distributivo al dettaglio, ovvero "produzione" e "commercio".

In questo ambito, è necessario riconvertire terreni con coltivazioni poco redditizie e che allontanano l'agricoltore con nuove coltivazioni, esogene o antiche, a potenziale redditività.

CANAPA

Un esempio, in tal senso ci viene fornito dalla riscoperta della canapa come riscoperta opportunità di sviluppo.

Imprese agricole, enti di ricerca e istituzioni, grazie ai suoi molteplici utilizzi sia nei settori tradizionali -cartario, tessile e alimentare- sia in quelli più innovativi -bioplastiche, biocarburanti, bioedilizia, ma anche cosmetica e farmaceutica- dopo un lungo periodo di incuria l'hanno riscoperta. Il settore, il quadro normativo e politico sono in mutamento, anche in risposta alle richieste del mercato. Uno studio dell'Università di Urbino fornisce alcune riflessioni sulla rilevanza della canapa per imprese e sistemi locali, anche alla luce dei risultati di una prima indagine esplorativa, realizzata mediante la distribuzione di un questionario a canapicoltori italiani.

PERA

Un visitatore che raggiunge le nostre zone per qualsiasi motivo: dal turismo agli affari, non ha la percezione di cosa esse offrano, diversamente da quanto accade in altre aree del Paese come …. il Trentino Alto-Adige.

Un esempio per tutti: siamo la zona di produzione delle pere più importante d'Europa; eppure, non vi è nulla, in tutto il territorio provinciale, e, soprattutto, nelle zone più vocate che lo ricordi e che si faccia riconoscere per una dimensione d'identità.

Discutendo, è in atto una pubblicità su reti televisive nazionali (a marchio Pera Opera) che non cita MAI Ferrara, come elemento "distintivo" di una peculiare qualità, come, invece, è fatto -sistematicamente- per la 'Mela del Trentino', che, peraltro, nasce e ha origine da antiche produzioni ferraresi. Peccato che azioni di promozione del prodotto che certamente fruiscono di sostegno e contributi pubblici della Regione Emilia Romagna siano … distratte … o inconsapevoli di questo elemento positivo e distintivo di tipicità.

NOVITÀ

Fortunatamente la realtà delle imprese dà segnali giusti come il progetto Emilia, il nome di una nuova passata di pomodoro nato nella società Due Valli che ha coinvolto la Facoltà di Farmacia di Unife, con un gruppo di studenti del laboratorio di chimica degli alimenti che esaminano i fattori nutritivi contenuti allo stato crudo e dopo manipolazioni (come cottura, processi di conservazione ecc.) condotte con i più diversi criteri del pomodoro da cui si intende ricavare la nuova passata: "rigorosamente biologica che nasce nel raggio di 30 km. Il nome vuole esser simbolo del territorio in cui è prodotta e non a caso il volto scelto per raffigurarla in ottica marketing è quello di una donna di 40 anni, la nostra "Emilia".

BUSINESS, COMMERCIO & DISTRIBUZIONE

La ex L. 426/71 -cancellata nel 1998 dalla Legge Bersani- prevedeva da parte dei Comuni la redazione, ogni 4 anni, di "piani commerciali comunali", con i quali si quantificavano 'consumi' del territorio (domanda) per settori (Tabelle Merceologiche) e 'offerta' esistente, determinando, per differenza, quali settori autorizzare e quali no, per espansioni di attività e nuove aperture.

Le autorizzazioni (Tab. VIII) per esercizi commerciali maggiori di 1.500 mq di superficie di vendita erano autorizzate con Nulla Osta regionale.

Nel corso delle rilevazioni, sia sulla 'domanda' sia sulla "offerta" erano altresì quantificata la fuga, la fuoriuscita dei consumi dal territorio comunale. Argomento di conoscenza, analisi e valutazione che dovrebbe essere ripreso a prescindere dall'abrogazione della legge e dalla "liberalizzazione del commercio al dettaglio e ingrosso a posto fisso"; mentre è rimasto inalterato, ovvero contingentato, quello ambulante, con riserva dello 'spazio' assegnato all'ambulante nel/i Comune/i in cui esercita l'attività.

Questo farebbe capire, salvo non ci siano altre e più lucrose motivazioni di fondo, ad esempio, che un ipermercato rende per la tassazione comunale e regionale, assai più di tanti piccoli negozi o qualche supermercato. Non importa se questo avviene col sacrificio di tanti posti di lavoro, ma anche di cultura e professionalità micro imprenditoriali, di crescita, maturazione e valorizzazione personale, autostima e mobilità sociale. Questo, anche se c'è ancora chi si sforza a voler dimostrare che la G.D.O. Grande Distribuzione Organizzata crea e non, invece, distrugge occupazione -pur sostenendosi prioritariamente con "economie di scala".

Tutto ciò farebbe capire quanti consumi fuoriescono dal territorio e portano altrove 'ricchezza locale' e conferiscono, il valore aggiunto prodotto, fuori dal territorio in cui i 'consumatori' risiedono a vantaggio di altre aree anche extra nazionali.

Basti pensare ad un anacronismo divenuto negli anni, 'realtà', seppur oggi -periodo di recessione generalizzata- in crisi: una frazione di un comune del Veneto -postosi come obiettivo di diventare un Centro Commerciale Polifunzionale -S. Maria Maddalena, 6.900 abitanti nella Frazione di Occhiobello- sottrae clientela a Ferrara - che invece conta circa 130.000 abitanti, cui si aggiungono i comuni limitrofi. Inoltre, con la Grande Distribuzione Organizzata esistente a Ferrara lavorano pochissime imprese artigiane e di produzione ferraresi. Simmetricamente, si provi ad analizzare il fenomeno inverso, ovvero, scoprire quante imprese ferraresi lavorano nel Veneto.

AMBASCIATORI DELLE PRODUZIONI

Il successo del "made in Italy" non può far dimenticare che il problema della grande distribuzione rimane tuttora uno dei nodi della presenza italiana sui maggiori mercati. E questo, tanto più, in un momento in cui gli investimenti nei grandi centri commerciali e negli ipermercati di paesi emergenti per i consumi italiani, come ad esempio la Russia, si stanno intensificando, sull'onda di un aumento del potere d'acquisto della popolazione. Il mercato russo dei consumi è infatti uno dei più dinamici al mondo.

È solo un esempio delle occasioni che l'Italia, da anni, sta mancando perché ostinatamente rinchiusa nei propri confini e incapace di rileggere il suo passato, pagina per pagina, per riordinare, coordinare e indirizzare, alla conquista dei mercati, le enormi potenzialità, soprattutto professionali e intellettive di cui dispone che, concorrerebbero ad attivare, sicuramente, ulteriori collaborazioni sinergiche in ognuno dei paesi in cui approderebbero, grazie a quell'immagine positiva che, finalmente, l'Italia è riuscita a conquistarsi nel corso di decenni.

L'obiettivo è realizzare un progetto integrato tra Camera di Commercio CCIAA, Università e sistema scolastico provinciale, per dare vita a condizioni di studio, preparazione e formazione di giovani "ambasciatori del made in Ferrara-Italy" da inviare -in forma organizzata- nei paesi stranieri iniziando da quelli confinanti dei quali siamo divenuti negli ultimi anni terra di conquista in campo commerciale e finanziario-bancario. Ferrara nell'Emilia Romagna, può essere un centro strategico di coordinamento delle iniziative che possono schiudersi su questo scenario.

EXPORT

Obiettivo di medio termine è incentivare la costituzione di "Consorzi Impresa", in collaborazione con CCIAA, ICE e Associazioni di categoria, in particolare nell'agricoltura, per agganciare alla "produzione" la "trasformazione" e la "distribuzione" in modo da facilitare export di prodotti finiti verso altri Continenti e Paesi come dimostra il vastissimo margine che l'Italia può acquisire nell'istogramma a fianco (Il Sole 24 Ore. Aprile 2018) Ferrara Civica ha, quindi, svolto una ricerca presso diverse ambasciate italiane all'estero, con risposte molto veloci da parte degli Uffici ICE Istituto Commercio Estero, acquisendo elenchi di aziende con filiali all'estero e la relativa disponibilità e collaborazione della stessa ICE- promotrice di continui convegni in tal direzione in Italia- a svolgere ruoli di intermediari per portare prodotti 'made in Italy' sui mercati esteri.

Ancora meglio sarebbe se, con Università di Ferrara, Ministero sviluppo Economico e Ministero Istruzione si formassero giovani "ambasciatori" del "made in Italy" per aprire nuovi mercati attingendo alle competenze seminate nel sistema scolastico provinciale tra di diplomati e laureati del settore biotecnologie, agro-alberghiero, comunicazione, commercio, ecc….

Esattamente come, negli ultimi anni, ha fatto la Cina e come sta facendo il colosso americano dell'e-commerce, Amazon, nell'attrarre P.M.I. per facilitare il loro export produzioni. Sono temi imprescindibili per Ferrara e la sua provincia, anzi si dovrebbe partire propri da qui per una nuova visione e progetto lungimirante per valorizzare questi aspetti ai quali va aggiunta anche la cultura, la capacità e la storia del nostro territorio, unita alla necessità d'innovare e riconvertire.

FERRARA EXPO

Quali sono i monumenti più visitati della provincia di Ferrara? Il Castello Estense e l'Abbazia di Pomposa. Nel piano di valorizzazione del Castello Estense è opportuno che con Camera di Commercio, Università, associazioni di categoria, imprenditori, professionisti, si progetti e individui un'area specifica quale zona expò, "vetrina" permanente -anche con presenze a rotazione- delle produzioni più significative del territorio. Simmetricamente, con il Comune di Codigoro, si deve agire, con analogo intento, nella zona dell'Abbazia di Pomposa.

CONCLUSIONI

Ferrara Civica è pronta a dare contributi di professionalità a qualsiasi proposta, ipotesi di fattibilità e di valutazione di efficienza, su questi delicati e complessi temi, unitamente alla cultura, intesa come formazione, istruzione e rappresentazione, che devono diventare gli assi portanti del futuro macroeconomico di Ferrara e della sua provincia.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: