Progetto Terra Estense: il Castello Estense. Il Palio di Ferrara fulcro per la valorizzazione del Castello Estense

IL QUATTROCENTO, IL PALIO di FERRARA E IL CASTELLO ESTENSE

Il Palio di Ferrara risulta essere il più antico, datato 1259, ideato per festeggiare Azzo VII "Novello d'Este", marchese della città, vittorioso su Ezzelino da Romano a Cassano d'Adda.

Sono da lodare tutti coloro che vi prendono parte, organizzatori, competitori, sbandieratori, musici, fino alle più semplici comparse.

Eppure tanta dedizione non è premiata come dovrebbe, se pensiamo alla risonanza di altri pali nazionali.

Il problema è che il solo aspetto ludico non è oggi in grado di procurare un'immagine forte alla nostra città.

L'epoca con cui i costumi e ogni altro aspetto il Palio si richiama è il Quattrocento.

L'Amministrazione deve rafforzare l'immagine di questo evento con un Progetto partecipato caratterizzato da una serie di manifestazioni di carattere culturale e una location principale di svolgimento di tali eventi di assoluto richiamo: il Castello Estense.

Ferrara è una città famosa in tutto il mondo e se non lo è altrettanto il nostro Palio possiamo fare molto perché anch'esso lo diventi.

LA MUSICA E I CONCERTI

Iniziamo dall'aspetto musicale: Ferrara nel Quattrocento visse un momento estremamente rappresentativo del Rinascimento, grazie alla politica estense del reclutamento dei musicisti presso la cappella papale e presso le maggiori corti straniere.

Furono proprio i signori d'Este, che con le loro attitudini, la loro sensibilità e l'abilità nella pratica del mecenatismo, riuscirono a portare a Ferrara, tra gli altri, i fiamminghi Bertrand Ferragut, Guillaume Dufay, Josquin Desprez, Jacob Obrecht, Cipriano de Rore, oltre agli italiani Bartolomeo Tromboncino, Marco Cara, Francesco dalla Viola, Luzzasco Luzzaschi, Girolamo Frescobaldi e tanti altri, nomi oggi considerati dei monumenti della storia della musica. Un esempio per tutti: l'irripetibile creazione del Concerto delle Dame, unico.

Ora, se guardiamo quanto avviene a livello musicale in Italia, per quanto riguarda il periodo in questione, notiamo che in qualche città italiana si organizzano concerti di musica quattrocentesca, casi isolati e raramente connessi con la cultura e la storia di quelle città.

Non esistono attualmente in Italia "festival" che trattino la musica del nostro periodo di interesse in forma organica. Organizzare, quindi, coinvolgendo il locale Conservatorio, l'associazionismo specializzato di settore e la forza di rappresentanza attoriale dei figuranti del Palio, una serie di concerti da eseguire e distribuire in luoghi suggestivi appartenenti alle zone dei Rioni e da presentarsi da parte di ensemble titolati con strumenti antichi, consente d'entrare nel novero dei Festival Italiani Musicali, dando, nel contempo, attraverso le sue motivazioni, un'immagine decisamente culturale al nostro Palio.

Ci spingiamo ancor maggiormente oltre, per sottolineare come un evento di questo genere possa porsi fra gli interessi dei cultori della musica rinascimentale a livello europeo attirandoli quali turisti, poi, della città.

Quando mai sono stati organizzati serie di concerti sulla musica, ad esempio del nostro Gerolamo Frescobaldi o di Luzzarsco Luzzaschi?

Le produzioni discografiche estere abbondano in tal senso, ma ascoltare tali ensemble dal vivo è ovviamente altra cosa.

LA MUSICA SACRA

Che dire, poi, dell'allestimento di una messa rinascimentale con musiche dei fiamminghi che operavano presso la Corte Estense?

Un richiamo di colori per la partecipazione delle contrade, di suoni, delle musiche religiose antiche da abbinare ai tamburi e alle trombe rionali.

Una messa rigorosamente in latino, un recupero culturale che non potrà che far emozionare i sensi dei tanti che vi parteciperanno.

IL TEATRO

Un secondo momento, o aspetto culturale da porsi tutti allo stesso livello di interesse del primo, comporta l'organizzazione di spettacoli da presentarsi in luoghi della città, aventi come tema opere dei nostri grandi letterati e nello specifico, uno tridente unico al mondo: l'Ariosto, il Tasso, e il Boiardo.

Rappresentazioni teatrali da realizzarsi da parte di compagnie di grande professionalità con l'inserimento di compagini locali, come delle realtà studentesche nate attorno all'Università di Ferrara, unitamente a semplici letture dei testi ad opera di attori di rilievo locali, nazionali, europei.

Dei nostri tre grandi nomi della letteratura molti studenti ne conoscono, per ragioni di studio, il valore intrinseco, ma quanti possono sinceramente affermare di conoscere realmente le loro opere? Ipotizziamo, ad esempio, di mettere in produzione e scena La Cassaria dell'Ariosto; un testo molto attraente per gli intrighi che racconta, facile da tradurre e da ascoltare.

Una storia che non può che affascinare anche i bimbi delle scuole, oseremmo affermare da rappresentarsi anche da parte delle scolaresche stesse.

"La Cassaria" fu scritta inizialmente in prosa dall'Ariosto nel 1508 che la tradusse successivamente in versi tra il 1528 e il 1529.

Il suo titolo si deve ad una cassa che si trova al centro dell'intrigo narrato. L'azione si svolge nella città greca di Metellino ed è alimentata soprattutto dalle trovate di due servi astuti, Volpino e Fulcio. Volpino [da volpe] è un servitore dell'avaro Chrisobolo, il cui figlio Erofilio (cioè amico d'amore) è innamorato di una ragazza tenuta in schiavitù dall'avaro Lucrano [cioè lucro]. Per liberarla accusano l'usuraio di aver rubato una preziosa scatola di fili d'oro da Chrisobolo, che in realtà era stata trasportata lì da un altro cospiratore, travestito da Chrisobolo, come pegno per liberarla.

Sfortunatamente per il piano, il vero Chrisobolo torna a casa inaspettatamente, e Volpino deve escogitare un nuovo inganno dopo l'altro".

RUOLO DEL CASTELLO ESTENSE

Il Castello Estense di Ferrara è il primo approdo per la quasi totalità dei turisti che si affacciano a Ferrara e, non di minor importanza, il luogo della cultura al quale la città intera riconosce il ruolo di simbolo identitario.

La conduzione di un centro di tanto valore storico e culturale, pur in assenza di una collezione, richiede una gestione corrente e una attività culturale degne del suo rango e delle aspettative di tutto il sistema locale e territoriale cui è naturalmente collegato da un paesaggio culturale diffuso.

Dal Castello ci si devono attendere due ruoli: paritetici, coerenti e in simbiosi.

- Specchio immediato della sua storia, della storia della città, della storia del territorio, in un sistema espositivo che va completamente ripensato e ammodernato.
- Specchio dell'offerta del paesaggio culturale generale che la città ed il territorio offrono: altri musei e luoghi della cultura, mostre, manifestazioni, ma anche le qualificate eccellenze e produzioni locali che sono il frutto della moderna cultura di chi vive, lavora, crea e opera qui.

Effetto conseguente di questa scelta è quello d'innescare un moto centrifugo del successo turistico del Castello per uno sviluppo divulgativo del sistema e per un'auspicabile maggior permanenza sul territorio dei visitatori per effetto dell'approfondimento di tanti contenitori e contenuti disponibili.

Tale attività deve comunque essere:

- in simbiosi con contenitori vicini sia fisicamente sia culturalmente;
- sviluppata in un dialogo con il sistema museale e culturale complessivo;
- gestita su sedi allargate, con strumenti di richiamo, divulgativi, e lavoro di gruppo;
- finalizzata a contenuti permanenti e temporanei.

ARTE CREATIVA IN MOSTRA

Un terzo aspetto, riguarda quello espositivo: i costumi, i ricchi e preziosi abiti del Palio, dottamente riprodotti, come le bandiere e ogni altro materiale d'epoca, dovrebbero essere esposti, tutto l'anno in permanenza, in un percorso appositamente costruito e valorizzato nel Castello Estense naturale contenitore atto ad ospitare la bellezza e il valore estetico del Palio come la stessa sede di rappresentazione della "Corte Estense", così come fatta rivivere dall'Ente Palio.

Una esposizione che nei fine settimana -a turno e periodicamente- è "animata e raccontata" con sceneggiature ad hoc dalla forza di rappresentazione attoriale -opportunamente formata- dei figuranti del Palio e che certamente può divenire un esclusivo appuntamento sia per i nostri cittadini sia, soprattutto, per i turisti.

Ma non solo: ogni anno, infatti, per questa "messa in mostra e narrazione" del Palio si dovrebbe individuare un tema ben specifico con cui connotare alcuni eventi culturali.

Un tema da esprimersi con un'esposizione che raccolga opere affascinanti provenienti dalle diverse realtà museali e bibliotecarie pubbliche nonché private. Temi accattivanti, come l'amore, l'astrologia, la magia, il cibo, solo per citarne alcuni.

E lo stesso tema sarebbe da esprimersi, volta a volta, attraverso gli interventi musicali e la scelta delle opere teatrali che abbondano di argomenti consimili.

Si tratterebbe quindi di giungere alla creazione di un vero e proprio Festival della Cultura quattro-cinquecentesca ferrarese, che coniughi nell'accurata progettazione la culturale, artistica e storica con la forza e capacità espressiva delle persone, del "popolo" del Palio che, a sua volta, non potrà che trarne giovamento sia per la sua stessa immagine sia per la continuità della sua esistenza. In questo periodo storico dove la cultura appare asservita al banale, progettare il recupero di ciò che siamo stati e i connessi valori non potrà che giovare sia alla città dal punto di vista turistico -e quindi- economico- sia allo spirito dei nostri cittadini, eredi di talenti che non possono essere dimenticati, sottaciuti o ironizzati.

FERRARA EXPÒ

In un contesto così qualificato e rivitalizzato, può trovare adeguata cornice ed espansione il progetto di utilizzare il Castello Estense come palcoscenico per le più qualificate attività e produzioni di tutto il territorio ferrarese.

Il Castello Estense e l'Abbazia di Pomposa sono i monumenti più visitati della provincia di Ferrara.

Nel piano di valorizzazione del Castello Estense è, quindi, opportuno che con Camera di Commercio, Università, associazioni di categoria, imprenditori, professionisti, si progetti e individui un'area specifica quale zona Expò, quale "vetrina" permanente -anche con presenze a rotazione- delle produzioni più significative del territorio.

Simmetricamente, con il Comune di Codigoro, si deve agire, con analogo intento, nella zona di prossimità dell'Abbazia di Pomposa.

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